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Gelido inferno (VIII)

"Tom! Tutto bene?" Elizabeth ormai stava per avere una crisi di nervi, se qualcuno si fosse fatto male la responsabilità sarebbe caduta quasi totalmente su di lei. "Tutto bene, il rumore è più vicino di prima. Ma non riesco a capire da dove provenga." La voce di Thomas era passata da tranquilla a tremante. Il rumore si ripeté nuovamente, più forte di tutte le volte precedenti.

Gelido inferno (VII)

Dentro si poteva vedere solo il metallo del corridoio, un riflesso di una luce verde che chissà da che cosa fosse emessa, per il resto niente. Il bordo del cratere continuava a fumare, nonostante la nave fosse apparentemente fredda. "Sei riuscita a trovare un'apertura!" Esclamò Elizabeth, sbalordita. "Entriamo, dai!" Sandy la prese per mano e varcò la soglia della nave. Confesso che trattenni il respiro in quel momento, avevo timore che accadesse qualcosa alle ragazze nel passare oltre. Non so, qualche laser disintegrante, o allarmi a tutto spiano, oppure morte per soffocamento. Per fortuna non successe nulla, tutto era silenzioso e non c'era ombra di vita. "Venite o no?" Chiese la mia collega, specialmente rivolta a Thomas, che era rimasto in disparte a osservare dubbioso la scena, ancora preso dai suoi pensieri.

Gelido inferno (VI)

Ci accampammo dentro la jeep, in attesa che almeno la punta della montagna emergesse in superficie. La terra tremava incessantemente. Percepivo ogni singolo tremore nelle ossa, nelle orecchie, nello stomaco. Era una delle peggiori sensazioni che abbia mai provato in tutta la mia intera vita. Nessuno fiatava, tutti osservavano la voragine dal loro finestrino, appannandolo con il calore del respiro. Passarono un'infinità di minuti.

Gelido inferno (V)

Andai a dormire irrequieto, non riuscivo ad addormentarmi, perciò dopo essermi girato duecento volte nel letto decisi di alzarmi a fare un giro per la base. Le luci in corridoio erano spente, ma i led che indicavano le porte delle stanze occupate o libere luccicavano come le luci dei semafori lontani sulla strada di notte. Il pavimento era freddo sotto i miei piedi nudi, un pizzicore dolce su ogni poro della mia pelle. Camminai in silenzio, verso la sala comune. Voltai lo sguardo verso la spaziosa finestra che si affacciava verso Sud e assistetti ad una scena irripetibile: un'aurora australe. Il verde e il rosso danzavano in mezzo alla volta stellata, in un abbraccio infinito e indissolubile. Veli di luce colorata si susseguivano, inondando le nevi di colori stupefacenti. Non pensai di fotografarla, volevo cogliere ogni singolo dettaglio per memorizzarlo. Rimasi rapito da tanta bellezza, che mi misi a sedere su un divanetto per ammirarla. Credo che non si possa descrivere a parola ...

Gelido inferno (IV)

Finito di raccogliere i campioni, ritornammo alla jeep e Thomas si mise alla guida. Il sole stava calando e i ghiacci erano illuminati di luci rosse e arancioni, brillavano come fiamme vive. Il paesaggio mi colpì di nuovo per la sua bellezza e non riuscii a staccare gli occhi dal finestrino per tutta la durata del viaggio. Quando il sole fu inghiottito dall'orizzonte arrivammo alla base, dove trovammo le ragazze intente a portare nella struttura le scatole contenenti i campioni. Scaricammo tutte le scatole e poi Thomas andò a parcheggiare le due jeep nel garage protetto, per evitare che i veicoli fossero danneggiati dal vento.

Gelido Inferno (III)

Quando finalmente avvistammo la terra, sotto di me vidi un paesaggio surreale: una vastissima distesa di terra innevata, montagne che svettavano verso il cielo con le loro guglie affilate, profili di coste con ghiacciai a strapiombo sul mare, ogni tanto dei pinguini, raggruppati in grandi gruppi di macchie nere, donavano colore al chiaro della neve. Avevo la pelle d'oca per l'emozione, ma anche per il freddo, che stava cominciando ad abbassare la temperatura dei finestrini dell'aereo. "Sembra di essere su Hoth." Commentò sbalordita Sandy e io sorrisi. Avevo pensato lo stesso. "È sia bellissimo che spaventoso." Ribatté Alex, con tono cupo. Fissava la terra corrucciato, come se sentisse che qualcosa non andava. Se solo avessimo provato le stesse sensazioni! Forse ora non sarei qui a scrivere queste parole.