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Visualizzazione dei post da maggio, 2020

Gelido inferno (V)

Andai a dormire irrequieto, non riuscivo ad addormentarmi, perciò dopo essermi girato duecento volte nel letto decisi di alzarmi a fare un giro per la base. Le luci in corridoio erano spente, ma i led che indicavano le porte delle stanze occupate o libere luccicavano come le luci dei semafori lontani sulla strada di notte. Il pavimento era freddo sotto i miei piedi nudi, un pizzicore dolce su ogni poro della mia pelle. Camminai in silenzio, verso la sala comune. Voltai lo sguardo verso la spaziosa finestra che si affacciava verso Sud e assistetti ad una scena irripetibile: un'aurora australe. Il verde e il rosso danzavano in mezzo alla volta stellata, in un abbraccio infinito e indissolubile. Veli di luce colorata si susseguivano, inondando le nevi di colori stupefacenti. Non pensai di fotografarla, volevo cogliere ogni singolo dettaglio per memorizzarlo. Rimasi rapito da tanta bellezza, che mi misi a sedere su un divanetto per ammirarla. Credo che non si possa descrivere a parola ...

Gelido inferno (IV)

Finito di raccogliere i campioni, ritornammo alla jeep e Thomas si mise alla guida. Il sole stava calando e i ghiacci erano illuminati di luci rosse e arancioni, brillavano come fiamme vive. Il paesaggio mi colpì di nuovo per la sua bellezza e non riuscii a staccare gli occhi dal finestrino per tutta la durata del viaggio. Quando il sole fu inghiottito dall'orizzonte arrivammo alla base, dove trovammo le ragazze intente a portare nella struttura le scatole contenenti i campioni. Scaricammo tutte le scatole e poi Thomas andò a parcheggiare le due jeep nel garage protetto, per evitare che i veicoli fossero danneggiati dal vento.

Gelido Inferno (III)

Quando finalmente avvistammo la terra, sotto di me vidi un paesaggio surreale: una vastissima distesa di terra innevata, montagne che svettavano verso il cielo con le loro guglie affilate, profili di coste con ghiacciai a strapiombo sul mare, ogni tanto dei pinguini, raggruppati in grandi gruppi di macchie nere, donavano colore al chiaro della neve. Avevo la pelle d'oca per l'emozione, ma anche per il freddo, che stava cominciando ad abbassare la temperatura dei finestrini dell'aereo. "Sembra di essere su Hoth." Commentò sbalordita Sandy e io sorrisi. Avevo pensato lo stesso. "È sia bellissimo che spaventoso." Ribatté Alex, con tono cupo. Fissava la terra corrucciato, come se sentisse che qualcosa non andava. Se solo avessimo provato le stesse sensazioni! Forse ora non sarei qui a scrivere queste parole.

Gelido inferno (II)

Tutto è cominciato in Antartide. Già, al Polo Sud. Ero un ricercatore alle prime armi, mi ero laureato da poco e avevo trovato lavoro presso un'associazione di ricerca volta a finanziare le innovazioni nel campo della biologia. Avevano un piano ambizioso, cioè quello di analizzare meglio l'ambiente antartico per vedere che tipo di microorganismi si fossero sviluppati in quel clima e come essi si fossero adattati nel corso dei secoli.